La percezione del tempo
Molto spesso le persone mi chiedono se gli animali abbiano una concezione del tempo. Quando lasciamo a casa i nostri amici a 4 zampe, si rendono conto del tempo che passa? Sanno distinguere la differenza tra rimanere da soli un’ora o mezza giornata?
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Gli animali sono in grado di percepire il trascorrere del tempo. Ogni animale ha un suo bioritmo, ovvero il proprio naturale orologio biologico che regola il rapporto sonno – veglia e le attività biologiche. Nel regno animale le attività biologiche si ripetono ciclicamente, in stretto rapporto con i naturali periodi astronomici e geofisici come giorno, mese, anno solare, ritmo delle maree ecc. Con il ritmo giornaliero detto circadiano, che corrisponde alle 24 ore, si svolgono numerosi processi fisiologici e biochimici negli animali. Di notte ad esempio il corpo produce abbondantemente l’ormone del sonno, la melatonina, mentre il suo rilascio viene bloccato nelle prime ore del giorno in modo da permettere il risveglio fisiologico. I bioritmi possono essere considerati una forma di adattamento all’ambiente e corrispondono all’espressione di caratteri innati, cioè appartenenti al patrimonio genetico, e vengono trasmessi per via ereditaria.
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Tutti gli animali possiedono quindi degli orologi interni che vengono sincronizzati grazie agli stimoli che provengono dall’ambiente esterno. Tutto dipende dai meccanismi molecolari che sovrintendono i ritmi circadiani, che a loro volta vengono diretti dall’orologio biologico. Quest’ultimo regola, oltre ai ritmi del sonno, anche il comportamento alimentare, il metabolismo, la temperatura corporea, la pressione sanguigna e i battiti del cuore. Si tratta perciò di un’organizzazione periodica, quindi temporale, fondamentale per il buon funzionamento degli esseri viventi.
Come altri animali, quindi, anche i gatti e i cani sono in grado di misurare il tempo. Molti studi sono concordi nel sostenere che i cani hanno un senso del tempo, e che riescano a percepire la quantità del tempo riferendosi alla variazione dei fenomeni esterni come la luce del giorno, i rumori ambientali e i fenomeni interni collegati al senso di fame e alla necessità di uscire a fare i bisogni.
Così sia i cani che i gatti sono connessi con i ritmi del loro corpo, che indicano all’animale quando svegliarsi e quando mangiare. Secondo alcuni studi sulla memoria, il cane sarebbe capace di percepire quanto tempo trascorre solo dall’ultimo evento vissuto, ad esempio se la ciotola è vuota da pochi minuti o da qualche ora.
Uno studio condotto alla Northwestern University ha scoperto che i topi sono in grado di calcolare il tempo e che lo fanno attivando delle specifiche cellule temporali, ma a differenza di noi esseri umani sembrerebbero non pensare agli spazi temporali come al passato e al futuro.
Una ricerca condotta dalla psicologa Alexandra Horowitz rivela che la capacità dei nostri amici a 4 zampe di percepire il trascorrere del tempo è una cognizione collegata all’olfatto. I gatti e i cani sono in grado di percepire il tempo che passa in base all’intensità degli odori: più l’odore è intenso più è recente, viceversa più è debole e più è trascorso del tempo. Infatti attraverso l’intensità olfattiva delle marcature odorose che i conspecifici lasciano nel territorio, sia i cani che i gatti riescono a capire da quanto tempo un proprio simile è passato da quel punto.
Così allo stesso modo riescono a comprendere da quanto tempo ce ne siamo andati di casa lasciandoli da soli: più il nostro odore è debole e più tempo è trascorso dal momento in cui ce ne siamo andati via.
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Dott.ssa Emmanuela Diana
Dottore Magistrale in Scienze Biologiche
Spec. Biologia Animale
Consulente Etologa Zooantropologa di Etologia Consapevole®
Fondatrice del metodo Etologia Consapevole®